Ai tempi in cui la sonda Cassini si stava avvicinando a Saturno e tutti aspettavamo l’arrivo del lander Huygens sulla superficie della luna Titano, prendeva sempre più corpo l’ipotesi che Huygens, invce di trovare una superficie solida, si sarebbe “tuffato” in un mare di idrocarburi. Mi ricordo i bozzetti artistici ispirati a questi avvenimenti apparsi su molti siti Internet del tempo. Alla fine l’atterraggio avvenne su terreno solido, ma da allora i rilevamenti prolungati di Cassini hanno dimostrato che su Titano esistono mari e laghi per oltre 1,6 milioni di chilometri quadrati (circa il 2 % della superficie).
Il liquido che riempie questi bacini ovviamente non è acqua, ma una miscela di metano ed etano, presenti in un’atmosfera che è quasi per il 95 % composta da azoto, con metano, piccole quantità di idrogeno ed etano che costituiscono il resto. Cassini ci ha mostrato tre grandi mari vicino al polo nord, che sono circondati da numerosi piccoli laghi; mentre nell’emisfero sud finora è stato trovato un unico bacino. Un nuovo lavoro, condotto con i dati elaborati dai flyby di Cassini tra il 2007 e il 2015, ora conferma che il mare Ligeia, uno dei più grandi mari di Titano, è costituito principalmente da metano liquido.
La scoperta è stata un po’ inaspettata, dato che l’etano viene prodotto quando la luce del sole fa a pezzi le molecole di metano. Perciò le attese per il mare Ligeia riguardavano principalmente l’etano. Alice Le Gall (Laboratoire Atmosphères, Milieux, Observations Spatiales and Université Versailles Saint-Quentin, France), che ha condotto questo nuovo studio, commenta così la scoperta:
“O il mare Ligeia è alimentato da recenti piogge di metano o qualcosa sta rimuovendo l’etano da esso. È possibile che l’etano finisca nella crosta sottomarina o che scorra in qualche modo nell’adiacente mare Kraken, ma dimostrare questo richiederà ulteriori indagini “.