Un documento ufficiale del parlamento Europeo

Questo è un documento ufficiale del parlamento Europeo e contiene molti dati. Anche una inesattezza però o per lo meno una citazione mancata. A me risulta che la maggiro produzione di ossigeno atmosferico non viene dalla foresta amazzonica e dalle foreste in generale ma dalle alghe marine!

Anche qui, come vedete informazioni contraddittorie.


PARLAMENTO EUROPEO

IT DT\727113IT.doc

PE406.130v01-00

2004 2009

Commissione temporanea sul cambiamento climatico

4.6.2008

DOCUMENTO DI LAVORO N. 15

sull’allevamento
Commissione temporanea sul cambiamento climatico Relatore: Karl-Heinz Florenz

Bilancio della situazione:

Il fabbisogno di prodotti di origine animale è destinato a salire ulteriormente entro la metà del secolo, in particolare nei paesi in via di sviluppo dove la popolazione e i redditi sono in aumento.

 L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) prevede quindi, in particolare, un aumento delle emissioni di protossido di azoto derivanti dall’allevamento. Poiché le superfici adibite a pascolo non possono essere estese all’infinito, il foraggio necessario per far fronte alla domanda di prodotti di origine animale dovrà essere coltivato ricorrendo in maniera più massiccia all’utilizzo di concimi sintetici. Si renderanno pertanto necessarie ulteriori superfici destinate alla coltivazione di sementi con conseguente incremento del consumo d’acqua.

 Soprattutto in America Latina, per rispondere all’esigenza di destinare sempre nuovi terreni all’allevamento o alla coltivazione di sementi vengono distrutti (altri) chilometri quadrati di foresta pluviale.

Dati:

 L’allevamento, che utilizza il 30% della superficie terreste e il 70% di quella agricola, è l’attività con la maggiore occupazione di terreno al mondo. Dell’intera superficie agricola disponibile il 33% è adibito esclusivamente alla produzione di foraggio. Circa la metà del raccolto globale di cereali e il 90% di quello di semi di soia sono utilizzati per l’allevamento di bestiame e animali da produzione.

 La FAO prevede un aumento della produzione di carne dagli attuali 229 a 465 milioni di tonnellate nel 2050 e un incremento della quantità di latte prodotta da 580 a 1043 milioni di tonnellate. La crescita dell’allevamento sarebbe così superiore a quella di tutte le altre attività in ambito agricolo.

 Secondo i risultati di uno studio della FAO, lungo la catena di creazione del valore l’allevamento sarebbe responsabile del 18% delle emissioni globali di gas serra, una percentuale superiore a quella del settore dei trasporti.

 Considerando anche il numero di terreni occupati e la conseguente sottrazione degli stessi ad altre funzioni, le emissioni di CO2 dell’allevamento ammontano al 9% del totale. Il settore è altresì responsabile del 37% delle emissioni di metano e del 65% di quelle di ossido di azoto.

 Uno studio giapponese del 2007 rivela che la produzione di un chilogrammo di carne di manzo comporta emissioni di gas con un effetto serra pari a quello di 36 chilogrammi di anidride carbonica.

 Uno studio realizzato in Svezia nel 2003 ha dimostrato che i bovini alimentati al pascolo provocano il 40% di emissioni di gas serra in meno rispetto a quelli a cui vengono somministrati mangimi concentrati e che tale tipo di allevamento comporta un risparmio energetico complessivo dell’85%.

 In base ai dati diffusi dall’Associazione degli agricoltori tedeschi (Deutscher Bauernverband) una vacca da latte emette ogni giorno dai 200 ai 400 grammi di metano, mentre un elefante ne produce quotidianamente 2.400 g.

Raccomandazioni:

 Il numero di capi di bestiame deve essere adeguato alle superfici disponibili. Una gestione sostenibile dei pascoli contribuisce a ridurre le emissioni legate all’allevamento. Tra le possibili misure rientrano la prevenzione del sovrappascolo e la rotazione dei terreni adibiti all’alimentazione del bestiame. In questo modo non si pregiudica, ma anzi si sviluppa ulteriormente la funzione di assorbimento del carbonio prevenendo altresì l’erosione del suolo nei pascoli.

 Le razioni di cibo somministrate al bestiame dovrebbero essere riconsiderate al fine di ridurre la formazione di metano nell’apparato digerente dei ruminanti senza per questo rallentare la produzione.

 Migliorando l’alimentazione e la produttività del bestiame è possibile ridurre le emissioni legate all’allevamento degli animali da latte.

 Lo sviluppo di impianti di biogas per la produzione di energia attraverso la lavorazione del liquame può contribuire alla riduzione delle emissioni di metano legate all’agricoltura nel rispetto dei criteri di economicità ed ecologicità. La tecnologia necessaria per lo sfruttamento di tale potenziale è già disponibile.

 Considerando che i concimi chimici sono utilizzati soprattutto nella coltivazione intensiva di foraggio per l’allevamento del bestiame, l’indicazione sulle etichette della carne del tipo di produzione utilizzato può costituire un ausilio per le scelte dei consumatore

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